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Anche
la Fortitudo si inchina ai galletti
Era attesa. Era il clou dellÆultima di campionato.
Era la partita tra la prima e la seconda. Era lÆesame per aprire
la porta alle vere speranze. EÆ stato un massacro. Per la Fortitudo.
La truppa biancorossa non comincia la sua mattanza domenicale, gioca
al gatto col topo, lascia che la Fortitudo arrivi fino al 6-0. Poi
basta. Il break di 16-2 voluto, preparato ed effettuato da Meneghin
e Mrsic schiena la Fortitudo, che in quei cinque minuti dimostra
la sua non ragione dÆessere. Prosegue la partita sugli stessi binari
fino al secondo tempo, quando gli dei del basket, forse clementi
verso la F scudata, conducono a canestro un poÆ di triple per riavvicinare
lo strappo. Ma niente da fare, Varese si ribella e chiude la partita,
dando un ulteriore giro di vita alla difesa e giocando come al solito
in attacco, a memoria. LÆattacco varesino Φ qualcosa di magico,
si muove con lÆarmonia di un grandissimo orologio. Tutti guardano
il canestro, perchΘ tutti vogliono segnare, ma ognuno sa, senza
bisogno di pensare, dove stanno gli altri quattro, e nel momento
del bisogno non cÆΦ zona che tenga. La palla arriva sempre e solo
allÆuomo che davanti non ha nessuno. Due punti, difesa, recupero
e lÆorologio ricomincia a girare. La Fortitudo non pu≥ che rimanere
incantata davanti a questo gioco, inconcepibile per lei, che Φ invece
obbligata a giocare con le regole di Myers, che prevedono, per diritto
regio, che la palla la debba tenere lui per venti secondi. Poi sta
agli altri fargli trovare pronta una situazione in cui Egli, divin
pargolo della presidenza, pu≥ solo fare canestro. Per≥ a volte,
la maggior parte in veritα, egli forza, forza, forza tantissimo
le sue conclusioni, e, intristito dal misero 3/10 da due, incolpa
del suo errore al resto della squadra, rea di non aiutare il suo
Re. Il fatto che poi almeno un giocatore fosse sempre in una posizione
migliore della sua e aspettasse la palla Φ un dettaglio che Φ trascurato
dal Cestista Mascherato. Chi invece merita un elogio in Fortitudo
Φ il povero Karnishovas, convinto a luglio di aver firmato per uno
squadrone, conscio adesso di esser finito in un incubo che neanche
lÆInter di SimoniàEgli, da vera ala piccola, cerca di fare tutto,
e in parte vi riesce anche, ma Φ il resto della squadra che non
lo aiuta, visto che non cÆΦ un lungo che sappia fare il lungo, non
cÆΦ una guardia che sappia fare il play, non cÆΦ proprio un play,
non cÆΦ un cambio che possa farlo sedere due minuti. Forse Karni
deve pagare per qualche colpa commessa in un'altra vita. DallÆaltra
parte del fiume il sole invece sorride, le pippe (famoso frutto
cestistico) invece che essere tagliate maturano e soprattutto si
respira aria pulita, da vetta. Le pi∙ rosee attese della pre-stagione
sono state superate, i dubbi su Mrsic fugati ormai da 13 settimane
e si crea attesa per lo spuntare della prima stella, che i pi∙ saggi
dicono essere ancora un poÆ lontana, perchΘ Varese non Φ amatissima
dagli uomini in grigio, come si Φ ampiamente visto anche a Bologna.
Io da giovane dico che arriverα. Habeat Fides. Abbiate Fede. No,
non per noi varesini, tuttÆaltro. Abbiano fede gli altri, perchΘ
qui non ci ferma pi∙ nessuno!
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